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lunedì 20 dicembre 2010

Delphic -Submission


Perché mi ricorda l'ultima estate succeduta ad un inverno trascorso a casa mia. Il prossimo caldo non avrà niente di simile agli altri, purtroppo o per fortuna.

Delphic -Submission


Perché mi ricorda l'ultima estate succeduta ad un inverno trascorso a casa mia. Il prossimo caldo non avrà niente di simile agli altri, purtroppo o per fortuna.

Lo sberleffo di un laico o il vaffanculo di Giuliano Ferrara? Oppure tutti e due?


Nelle ultime settimane sono morte un pò di persone. La morte più recente risale a due giorni fa ed è quella di Padoa Schioppa, la cui Finanziaria è stato il reale motivo della fine di Prodi, nel 2008. Poi, certo: c'era Mastella che occupava tante prime pagine dei giornali. Ma questa è un'altra storia. La morte che invece mi ha commossa di più è stata quella di Mario Monicelli. Un regista che colpì la mia sensibilità a partire dai diciotto anni, ovvero dalla fine del liceo, ovvero dalla fine della dittatura cattocomunista che faceva capo al mio professore di Italiano,  ovvero uno che si ostina a bere acqua tonica e che prende in giro uno storico ex preside del liceo classico che io ho frequentato perché il soggetto deriso è un ex demoscristòs fiero di avere contribuito a formare le classi dirigenti di un comune di quasi sessantamila abitanti. Al contrario il professore era uno che non vedeva l'ora di scrivere con lo spray "OKKUPAZIONE" con due k sugli striscioni che toccava ricoprire agli studenti pieni di entusiasmo molto spesso senza costrutto, visto che le okkupazioni ai miei tempi non duravano più di trenta ore, forse. Adesso invece ci sono gli studenti della Facoltà di Architettura dell'Università "La Sapienza" di Roma che coi loro MacBook si riparano dal freddo, su in terrazza. Ora, senza alcuna ironia: sono loro molto vicina (e poi anche io ho il Mac, quindi questa ironia proletaria è del tutto fuori luogo). Però quest'anno non ho proprio avuto il tempo di manifestare a causa di una serie di appuntamenti irrinunciabili dal medico. Così capitava che io mi trovavo dall'allergologa, mentre i miei amici erano in giro per Catania a manifestare e a veder decedere un cinquantunenne di infarto perché asfissiato dalla folla, mentre stava in fila con l'auto. Una morte quasi intollerabile e solo per veri intolleranti.  

          Verrà la morte e avrà gli occhi che ci meritiamo. 

giovedì 25 novembre 2010

Cristo-Pan.

I Tornata da Milano, mi godo l'ultimo mese nell'Isola.
Spesso il nichilismo si impadronisce dei miei sentimenti. Segue un entusiasmo smodato e anche molto fuori luogo.
Di oggettivo, se mi è permesso di usare questo termine senza scadere nell'improprietà, c'è che guardo a certe esperienze che hanno riempito innumerevoli vuoti rendendoli ancora più vuoti durante questi anni vissuti nella mia terra desolata, con affetto disincantato, con la consapevolezza che nulla di quello che ho fatto ritornerà.

II Assisto allo spettacolo della politica ormai comodamente seduta sul divano della cucina-soggiorno della mansarda. Se vado a qualche assemblea, così per caso, non mi sento più fuori luogo, ma un pò in anticipo sul percorso. So di essere tracotante, ma forse per la prima volta giusta con me stessa. Invece uno dei miei fratelli, un giusto più di me, si prende un pò  meno sul serio di me e passa ancora il sabato pomeriggio a " parlare di niente e fare polemiche inutili" (Cfr. il giusto più di me).
Scelte. Modi di fare. Ma non ancora di vivere.
Infine, o prima di tutto (?) questo, c'è Albert Camus.

lunedì 25 ottobre 2010

Anime salve.

Un pranzo da Tertulia in compagnia di una delle mie più care amiche: una mano tiene la forchetta e l'altra Lo spettatore addormentato di Ennio Flaiano. Si sa che alla fine del pasto io e L. ci divertiremo a leggere a voce alta estratti di questo libro dove scopri che Mondrian, infondo, era "un paesista".
Poi, via Etnea d'autunno, le sette di sera e quel punto dove Catania, aspra e dispersa, incontra una tragica felicità. Quel tipo di gioia dolorosa che io preferisco da sempre, perché è facile da riconoscere. Si deposita sui lampioni e sul barocco nero e ancora sulle sedie e i tavoli di Savia.

A mezzanotte, casa mia, a Santa Venerina e di nuovo Flaiano per ricordare un pomeriggio che sembra provenire da qualche paese di domani.

martedì 12 ottobre 2010

Ciao Angelo.

A tutti quelli che "Addio Raimondo... Addio Sandra/ Ciao Pim il nano": 
adesso pretendo lo stesso commiato per il grande Angelo Infanti. 

lunedì 11 ottobre 2010

Il tic della professoressa Esterini.

Al liceo tutti avevamo il compagno di classe che voleva (giustamente) convincerci che era più importante guardare l'imitazione del tic della professoressa di latino piuttosto che ascoltare la stessa che spiegava l'ablativo assoluto. Tutti avevamo un compagno caratterista, magari particolarmente dotato ma che poi non ha per forza deciso di fare l'attore. Anche perché ci vuole davvero un bel coraggio a essere comici. Lo sanno tutti. 
Guardando Bisio che faceva finta di essere handicappato in Benvenuti al Sud ho avuto l'impressione che rivivesse in me la pulsione di una risata adolescenziale. Questo non significa che al cinema si ride come dei quindicenni, ma che la comicità di Bisio va bene per Zelig. Cioè, dai, su! Non è tanto divertente. Mette un pò di nostalgia, semmai. Perché vien da pensare a tutti quei bravi ragazzi che a scuola facevano così tanto ridere e adesso invece fanno pratica forense. O i camerieri, che è la stessa cosa.
Mentre alla gente che "non andare a vedere il film se non conosci Giù al nord: troooppo carino!" sarei curiosa di chiedere se loro hanno riso perchè tutti profondi conoscitori delle differenze culturali tra il Nord e il Sud della Francia o perché magari nel cast del film c'è un francese che fa guittate alla Bisio. E quindi il compagno comico del liceo.
Nulla è estraneo, nulla è troppo remoto da mettere in pratica.

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Laureata in Lettere presso l' Università di Catania e diplomata alla Scuola d'Arte drammatica " U. Spadaro" del Teatro Stabile di Catania.