I Tornata da Milano, mi godo l'ultimo mese nell'Isola.
Spesso il nichilismo si impadronisce dei miei sentimenti. Segue un entusiasmo smodato e anche molto fuori luogo.
Di oggettivo, se mi è permesso di usare questo termine senza scadere nell'improprietà, c'è che guardo a certe esperienze che hanno riempito innumerevoli vuoti rendendoli ancora più vuoti durante questi anni vissuti nella mia terra desolata, con affetto disincantato, con la consapevolezza che nulla di quello che ho fatto ritornerà.
II Assisto allo spettacolo della politica ormai comodamente seduta sul divano della cucina-soggiorno della mansarda. Se vado a qualche assemblea, così per caso, non mi sento più fuori luogo, ma un pò in anticipo sul percorso. So di essere tracotante, ma forse per la prima volta giusta con me stessa. Invece uno dei miei fratelli, un giusto più di me, si prende un pò meno sul serio di me e passa ancora il sabato pomeriggio a " parlare di niente e fare polemiche inutili" (Cfr. il giusto più di me).
Scelte. Modi di fare. Ma non ancora di vivere.
Infine, o prima di tutto (?) questo, c'è Albert Camus.