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lunedì 25 ottobre 2010

Anime salve.

Un pranzo da Tertulia in compagnia di una delle mie più care amiche: una mano tiene la forchetta e l'altra Lo spettatore addormentato di Ennio Flaiano. Si sa che alla fine del pasto io e L. ci divertiremo a leggere a voce alta estratti di questo libro dove scopri che Mondrian, infondo, era "un paesista".
Poi, via Etnea d'autunno, le sette di sera e quel punto dove Catania, aspra e dispersa, incontra una tragica felicità. Quel tipo di gioia dolorosa che io preferisco da sempre, perché è facile da riconoscere. Si deposita sui lampioni e sul barocco nero e ancora sulle sedie e i tavoli di Savia.

A mezzanotte, casa mia, a Santa Venerina e di nuovo Flaiano per ricordare un pomeriggio che sembra provenire da qualche paese di domani.

2 commenti:

  1. Ci hai rotto li coglioni co sta pesantezza, basta cu ste storie de malinconoia, mettece qualche zozzeria!

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  2. Visto? Che ti avevo detto? Roma fa male.

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Nulla è estraneo, nulla è troppo remoto da mettere in pratica.

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Laureata in Lettere presso l' Università di Catania e diplomata alla Scuola d'Arte drammatica " U. Spadaro" del Teatro Stabile di Catania.