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domenica 26 luglio 2009

Una scelta di campo.

Tutto il mondo omaggia Harry Potter. Persino Maria Grazia Leone, che ritiene che questa sagra sia l' ultimo dono del Liceo Classico " Gulli e Pennisi": addirittura! (Aggiungo io).
Bene. Leggo sul blog di Rocca, che a sua volta lo apprende da Semprini, che i carcerati di Guantanamo leggono Harry Potter.
Quindi realizzo che io di letteratura non ne ho mai capito un fico secco.
Così, per cambiare, ho deciso che inizierò a leggere Il teatro di Sabbath di Philip Roth.
Ah! Per finire: non capisco cos' ha che non va Caos calmo per Rocca!
A me è piaciuto. E pure tanto. Ma torno a ripetere che io non leggo abbastanza. Dunque la mia opinione non conta!


Ps:come al solito, vi chiedo di cliccare sul titolo.

" I just do things".

Cliccare sul titolo del post.

sabato 25 luglio 2009

E' la città più bella del mondo. Ma fosse per alcuni ...

Non guardo il tg5 per una questione di gusto. Oggi, però, mi sono imbattuta su canale cinque e ho seguito un servizio sull' apertura dei Musei Vaticani al crepuscolo, nel quale l' inviata sottolineava con insistenza quanto i romani avessero apprezzato la trovata delle visite serali al museo. Il messaggio è stato corroborato dalle parole del sovraintendente museale che molto democraticamente ha confermato la necessità di offrire un servizio culturale al popolo romano.
E pensare che io avevo intenzione di salire a Roma, quest' estate!

venerdì 17 luglio 2009

Da " Il canto del Grillo" di Francesco Cundari.

" Adesso resta dunque una sola cosa da fare: chiudere il parco dei divertimenti per comici, direttori di giornale e avversari, senza abbandonarsi a opposte e non meno insensate pulsioni zdanoviane. Non serve passare dalle campagne contro i partiti alla giornata del provetto pioniere democratico o dell’amore per la bandiera. Basterebbe conservare, tra tante innovazioni, un po’ di amor proprio. " (il Foglio, 16 luglio 2009)

giovedì 16 luglio 2009

Make sure that... ovvero: CHIARIAMOLO!

In posta privata su facebook, qualcuno mi ha fatto notare che nel post Apparat, presente nel mio blog, sono a tratti criptica. Soprattutto quando mi riferisco alla Serracchiani. Bene: a questo qualcuno rispondo che non bisogna prendere le mie parole sempre sul serio.
Nonostante questo, tengo a specificare che di serio, in quel post, c'è che io credo ancora che Franceschini sia una candidatura d' apparato, perché Veltroni ha cercato ( ma anche no!) di gestire questo partito benedetto che si chiama Pd sin dalla sua nascita. Dunque Veltroni e chi sostiene Franceschini sono funzionari che hanno sostenuto il Pd dello stesso Veltroni. Tra di loro c'è persino chi è stato messo da parte dal vertice umano dell' apparato ex diessino, D' Alema. Ne deduco che il veltronismo e gli accantonati da M. D. vogliono ora la rivincita sul vecchio apparato per conclamare la presenza di un nuovo apparato. Non so se sono stata chiara.
Per cui gli apparati che adesso si scontrano ( si prega di prendere le mie parole con le pinze!) sono in realtà due, ossia: l' elìte dalemiana da una parte e il Pd veltroniano e i delusi ( anche se l' appropriatezza di questo termine è da discutere!) dal solito atteggiamento superiore di M. D. dall' altra.
Personalmente temo un disastro. Ma domani potrei già star meglio.
Certo è che io mi accontentei di un partito che alle prossime Politiche facesse l' otto per cento, purché fosse pulito e unito.
Del resto spiegatemi che differenza potrebbe esserci tra un partito che rimarrà all' opposizione col ventisei per cento, ma spaccato in mille pezzi e un altro che continuerà a fare opposizione con una linea politica seria e che raggiunge, appunto, l' otto per cento.
Spiegatemelo.



PS: dimenticavo che c'è anche quel brav' uomo di Ignazio Marino. Ma questa è un' altra storia.

mercoledì 15 luglio 2009

Lo so, è un pò tardi per scriverlo, ma è vero:

IO MI SONO INNAMORATA DI HEATH LEDGER!

Ci aveva pensato Ang Lee a farmelo scoprire come attore, ma con The dark knight di Christopher Nolan ho capito che il mondo del cinema ha perso un genio assoluto della recitazione.

Ottavio Cappellani e l' ironia della sorte.

Io ho un' amica speciale.
Oggi eravamo in acqua a nuotare insieme.
In acqua si chiaccherava in modo spensierato; l' argomento in questione era una recensione sul NewYork Times che riguardava lo scrittore di Sicilian Tragedy, Ottavio Cappellani.
Il punto più toccante del nostro discutere sui massimi sistemi della letteratura catanese nel mondo viene raggiunto da lei, Maria Grazia, che con ingenuità intellettualmente curiosa mi chiede:

" Ma perché le traduzioni hanno tutto questo successo nel mondo?"


Arrivederci e a presto.



martedì 14 luglio 2009

JOKER.

" Tu ... tu non riesci proprio a lasciarmi andare, non è vero?
Ecco cosa succede quando una forza irrefrenabile incontra un oggetto inamovibile.
Tu sei davvero incorruttibile, non è così? Eh? Tu non mi uccidi per un malriposto senso di superiorità e io non ti ucciderò perché tu sei troppo divertente.
Credo che io e te siamo destinati a lottare per sempre."

In medio stat virtus.

Bene.
L' argomento su cui pare che bisogna imbattersi in questo periodo è Beppe Grillo.
Anche se io non avrei voluto parlarne, giuro. A me dà fastidio la fantapolitica. A me dà fastidio chi non rimane al proprio posto, chi non decide da che parte stare nella vita. Eppure le possibilità di scelta mi sembrano poche: o con sé stessi o contro sé stessi. Voi cosa scegliereste? Io probabilmente la prima che ho scritto! Ma Grillo è una persona diversa da me e da tanti, questo è chiaro. Lui ... lui è speciale! Sara per questo che ha deciso di sedersi dalla parte del torto.
Ma veniamo al dunque. E il dunque di questa notte è che io mi sono stancata di vedere che la gente non si rassegna a vivere serenamente, quando io ci sto già provando a ventisette anni. Io mi sono stancata di sentire tutte queste persone che annunciano la rinascita urlando, perché io non me ne faccio niente delle urla. Ho sempre preferito il dialogo sommesso ma concreto ai comizi da protagonisti di quartiere.
E soprattutto non voglio sentire che uno come Grillo parla alla gente. No! Questo proprio non lo voglio sentire. Non voglio che mi si dica che Grillo ha un programma, perché qualsiasi uomo o donna su questa terra può avere un programma politico, se ce lo ha Grillo. Se vogliamo fare denuncia aggressiva, giusto perché " a noi ci va", non credo ci sia bisogno di farci concupire da Beppe Grillo. Se abbiamo bisogno di qualcuno che ci parli, qualcuno che ci faccia sentire " che c'è"; insomma, se avvertiamo la necessità che qualcuno ci lecchi il deretano per farci sentire importanti e parte di questo mondo, allora io consiglio a tutti una sana seduta buddista, dove pare che non ci si senta mai soli. Un mio caro amico stava per prenderne parte. Solo che poi ha preferito dare adito all' amor proprio. E ha bidonato l' invito.

Sogni d' oro.

domenica 12 luglio 2009

L' arena Argentina a Catania: un' oasi di felicità.

E' molto tardi. Ma prima o poi troverò le parole giuste per descrivere l' emozione che ho provato nell' aver rivisto Milk al cinema.
Scrivo solo che essere radicali può avere un senso nobilissimo. Ma solo se ci sono determinate condizioni.



Golden slumbers ...

lunedì 6 luglio 2009

E ti vengo a cercare ... DUE.

Che Fulvio Abbate avesse i tratti del genio lo avevo capito già da tempo.
Con Teledurruti (che ho scoperto da quasi un anno grazie a una persona con cui litigo spesso in internet, ma che voglio molto bene), poi, Abbate è proprio entrato nelle mie grazie.
Oggi su facebook, il genio pubblica un suo articolo uscito su EPolis, che pubblico qui di seguito:


Fulvia Abbate su Debora Serracchiani, uscito oggi su EPolis.
Di Fulvio Abbate
Debora Serracchiani, nuova campionessa di stile libero del Partito democratico, è una ragazza di quasi quarant’anni. Dunque, la stella più giovane, eletta per acclamazione mediatica, complice YouTube, durante un’assemblea piuttosto pallosa, formale. Avvenne così: presente il segretario Franceschini, Debora prende la parola conquistando l’attenzione di tutti. In breve, la ragazza dice ai dirigenti: cari signori, così non va, nel Pd non c’è democrazia, non c’è ricambio, non c’è prospettiva, così non sconfiggeremo mai Berlusconi, così facendo saremo ora e sempre condannati all’antipatia. Ne segue un diluvio di applausi. Un istante dopo, lo stesso segretario, sente impellente il dovere di cooptarla, insieme all’ex di se stesso Walter Veltroni, ai piani alti, anzi, alle terrazze di un partito in picchiata. Sempre così facendo, in meno di tre mesi, Debora, avvocato romano prestato professionalmente alla città di Udine, diventa l’alternativa “giovane” ai “vecchi”, usurati, “impresentabili”, “professionisti della politica” del centro-sinistra. Lo sbocco naturale? Candidarsi direttamente alla guida del partito accompagnata nell’impresa da altri “ragazzi” non meno perbenino, senza mai un ciuffo fuori posto, forse perfino “fighetti”, ossia politicamente rassicuranti. Proprio quel che ci vuole per dimostrare, anzi, confermare che il Pd è davvero “musica leggera per ceti medi”, come sostiene qualcuno, come già ha ampiamente preteso, almeno fin qui, lo sconfitto Veltroni. Dall’altro lato della barricata interna, sfavilla intanto il dalemiano Pierluigi Bersani, bella faccia decisamente attendibile. Debora in ogni caso, almeno secondo un sondaggio de “L’espresso”, appare in piena forma. Il carburante che la spinge verso l’alto? La diffidenza verso una politica affidata alle facce di bronzo, ai vecchi volponi professionalmente testati in mille battaglie, compresa la capacità di parlare davanti alla fabbrica in procinto di chiudere. Il dubbio però aleggia: quando si tratterà di far ragionare i ruvidi tassisti o magari i disoccupati che innalzano la statua di San Precario, saprà la Serracchiani offrire loro le armi e le parole di una prospettiva? O piuttosto darà l’impressione d’essere al massimo perfetta per la “prima” dell’imminente film di Nanni Moretti? Vista la storia della sinistra che comunque anticipa l’arrivo del blando Pd, non sono affatto problemi secondari. O no?

"EPolis", 6 luglio 2009


Come ben si può notare dal mio miserrimo blog, l' associazione Moretti- Serracchiani non è nuova a Il pianoforte. Anche io, infatti, ieri pensavo che alla Serracchiani poco manca per divenire un' attrice morettiana di stile. Così ho ipotizzato che il battiatesco E ti vengo a cercare cantato da Nanni potesse riferirsi a una donna come Debora. Chissà però se Moretti si è reso conto che il suo asso nella manica esiste già e se l' è fatto strappare come un becco dalle braccia malvage di questa politica di centrosinistra, che consente facilmente alla gente con un pò di fantasia di fare libere associazioni tra arte e politica che usano gli stessi soggetti senza che chi associa si metta d' accordo sui personaggi sui quali incentrare il racconto.
E a questo punto io mi chiedo: siamo noi elettori di sinistra e centrosinistra a non avere più fantasia o sono loro, questi artisti del vivere civile e dai sani principi, a non averne più?
Con tale interrogativo non intendo insinuare che da ora in poi dobbiamo ripromuovere il messaggio della fantasia al potere, perché mi sembra anacronistico.
Certo è, però, che in certi casi noi osservatori del mondo siamo diventati troppo intelligenti, troppo logici ... troppo intuitivi.
Ed è giunta l' ora che qualcuno si assuma la responsabilità di farci capire che in fondo siamo ancora parecchio idioti.
Posto ciò, domani, purtroppo, faccio la tessera al Pd.
Mi sembra giusto farlo. Altrimenti non avrebbe senso indignarsi! :-)



domenica 5 luglio 2009

Ancora ascutava!

Il terzo uomo è Ignazio Marino.
Ma sono le quattro del mattino e mi secco a dire la mia. E forse è meglio che non la dica proprio.

" E ti vengo a cercare ..."

In un post di ieri ho scritto che la Serracchiani dovrebbe tornarsene a Strasburgo. Ma non ho specificato che dovrebbe andarci per far qualche giorno di vacanza, alla fine della quale potrebbe tornarle utile fare una capatina definitiva a Udine, anche solo per chiedere alla gente com' è andato il festival reggae di Osoppo.


Ps: cliccate sul titolo!

sabato 4 luglio 2009

Catania verso il mondo. Il mondo a Catania.

L' opera da tre soldi ( e una lira).

Commedia brillante in due battute.

Personaggi: un ragazzo, 25 anni.
un venditore ambulante.

Villa Bellini a Catania. Ingresso su via Etnea.
Bancarella libri situata appena fuori dal cancello d' entrata della villa.

R: Buongiorno! Avete per caso il Troilo e Cressida di Shakespeare?
V: Ma ... posso controllare qui. Vediamo. ( Cerca in mezzo ai libri, fin quando trova i testi di W. S. a sua disposizione). Allora, guardi, abbiamo tutti quelli più famosi: Amleto, Romeo e Giulietta, Otello, LA BIBLIOTECA domata ...

Apparat.

Bersani sarà anche una candidatura d'apparato. Ma io mi preoccuperei più dello spirito di vendetta che sta pervadendo l'anima del povero Walter Veltroni.
Propongo adesso l'ascolto di un brano del dj tedesco Apparat.
Buon ascolto.

PS: Cliccate sul titolo di questo post per sentire il pezzo di Apparat!

" Ciascuno a suo modo" va bene. Ma quando è troppo, è troppo!

Il Congresso del Pd è vicino.
E la gente comincia a rendere note le proprie psicosi, ovvero le proprie ansie partecipative.
Luogo di discussioni zelanti quanto chiaramente inutili è ORMAI il nostro compagno di vita, FACEBOOK.
E devo ammettere che anche io non ho resistito alla tentazione di commentare il post del professore Di Grado che pubblico qui di seguito:

" IO STO CON FRANCESCHINI.
Io sto con Franceschini.
Persona per bene, Bersani; efficace amministratore, erede d’una tradizione di Realpolitik algida ma oculata, che da Togliatti a Berlinguer e oltre ha governato – e cautamente orientato – le istanze delle classi disagiate e delle élites intellettuali del nostro paese; e ha continuato a farlo con D’Alema, magari con un po’ più di cinismo, forse giustificato dal fatto che l’ex líder maximo e la sua oligarchia ex comunista non avevano più di fronte quelle masse e quelle élites, nel frattempo disgregate e snaturate, e passate al miglior offerente; e allora tanto valeva convertirsi alla politica pura, alle congiure di Palazzo, al Risiko delle reversibili guerriglie partitiche.
Io sto con Franceschini.
Persona per bene anche lui; forse meno stagionato, più genuino, e meno calcolatore, più istintivo, del suo autorevole antagonista. Ma non si tratta di questo; sono altri – e forse decisamente “impolitici” – i motivi della mia scelta. E intanto: Franceschini non ha carisma. Non è un ciurmatore mediatico come Berlusconi né un Robespierre da operetta come Di Pietro. È un uomo come tanti, un uomo comune: qualità, questa, dileggiata nell’Italia della commedia dell’arte ma prediletta nell’Europa dell’understatement, del buon senso, della politica sotto tono, del confronto civile, della moralità non come eroismo ma come normalità.
Franceschini non si atteggia ad ammiccante “papi” né a truce giustiziere, né a manager della politica né a accigliato ideologo, e nemmeno a pragmatico marpione. Ripeto: è un uomo, capace d’incepparsi e arrossire, buono per un paese che aspiri – brechtianamente – a non aver più bisogno di eroi, e per una democrazia che esiga finalmente uomini miti e problematici (com’erano forse, negli anni ’70, personaggi mansueti e accorati, travagliati dal dubbio e dalla responsabilità, come Moro, Berlinguer, papa Montini).
Ma se a modelli e icone dobbiamo fare riferimento, l’attuale segretario del PD fa pensare piuttosto ai fervori del dopoguerra, a politici ispirati e inermi come Parri o Dossetti, e a certi cineasti e scrittori d’allora (perché Franceschini è pure valente scrittore) che con affettuoso pudore ci restituirono l’Italia reale, le memorie e le speranze degli uomini comuni.
E per finire: Franceschini è cristiano ed è fieramente laico. Laico come i veri e sofferti cristiani, non come una vecchia sinistra pronta, proprio perché indifferente alle questioni ultime, ieri a votare l’articolo 7 e oggi a omaggiare la monarchia papalina. E questo per me, dubbioso credente e laico tenace, interessato più ai diritti umani che alle alchimie politiche, vale molto. Moltissimo."

Antonio Di Grado è molto chiaro. E questo è indubbiamente un "esercizio di stile" nobile.
Solo che non siamo all' università. E soprattutto non m' interessa che Franceschini scriva bene o meno.
Per concludere, penso che se io fossi una che conta, in questa società piena di intellettuali liberi, consiglierei loro di continuare a occuparsi di letteratura, " che è meglio", come direbbe un puffo famoso!


PS: Di Grado è un professore brillante, ovviamente.

Nulla è estraneo, nulla è troppo remoto da mettere in pratica.

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La mia foto
Laureata in Lettere presso l' Università di Catania e diplomata alla Scuola d'Arte drammatica " U. Spadaro" del Teatro Stabile di Catania.